Chiesa di Santa Barbara
La chiesa è stata edificata fra il XIV e il XV sec. in stile gotico catalano ed è stata la parrocchiale del paese fino al 1738 quando venne trasformata in oratorio dei Confratelli di Santa Croce. L’area circostante era impiegata fino a tutto l’800 come cimitero.
Posta nella parte alta del paese su di un terrapieno ricavato in una zona scoscesa, gode di una magnifica vista sull’abitato e la campagna circostante.
I recenti restauri hanno riportato in vista la finitura lapidea eseguita in pietra sbozzata; la facciata è caratterizzata da un profilo superiore curvo che sovrasta il portale arcuato i cui stipiti sono costituiti da piccole colonne sormontate da capitelli a forma di torri per richiamare, con ciò, la clausura di santa Barbara, imprigionata in una torre in quanto cristiana.
Simmetrici rispetto al portale sono due contrafforti che delimitano i gradini d’ingresso mentre, sul lato sinistro, sorge un basso campanile a vela con terminale a bifora ogivale in cui sono collocate le campane e i gradini di accesso retrostanti.
L’interno della chiesa è diviso in tre navate, la centrale con volta a botte, le laterali con tetto ligneo, mentre il presbiterio è composto da tre cappelle affiancate coperte da volte a crociera con costoloni. Sono sempre i costoloni in trachite rossa a sottolineare i numerosi archi che separano le navate, alcuni dei quali lavorati con elementi decorativi e trafori di gusto bizantino.
Sulla parete retrostante l’altare maggiore si può ammirare il magnifico Retablo della Peste del Maestro di Olzai post 1477. Il pittore era per certo esponente della scuola pittorica catalano-valenzana di cui gli esponenti più noti nell’Isola erano, in quel periodo, i Cavaro, famiglia di pittori che per diverse generazioni tenne bottega a Stampace.
Secondo quanto tramandato dalla tradizione orale, l’opera sarebbe stata realizzata per adempiere allo scioglimento di un voto espresso in occasione di un’epidemia di peste, con probabilità quella del 1477. Sulla tavola sono raffigurati al centro la Madonna del Latte ai cui piedi si trovano i confratelli e le consorelle incappucciati in preghiera.
Nelle tavole laterali sono raccontati vari momenti della vita di Gesù e, nel riquadro in basso a sinistra, vi è un’effigie dell’Arcangelo Michele che trafigge una bestia infernale e pesa le anime dei defunti. Questa immagine è considerata nuova e precorritrice di aspetti stilistici e tematici che, pur rimandando alla scuola pittorica catalano-valenzana, sembrano anticipare nuove soluzioni iconografiche.
La festa di santa Barbara, della cui organizzazione si occupano i giovani del paese, cade il 26 di agosto e prevede una processione che tocca nel suo percorso le tre chiese presenti nell’abitato.
Testo a cura della dott.ssa Laura Melis con il contributo della dott.ssa Lidia Siotto