Il santuario dei Santi Cosma e Damiano
Il santuario campestre dei Santi Cosma e Damiano, chiamato anche San Cosimo dagli abitanti di Mamoiada, si trova in una zona pianeggiante dell’agro del paese, caratterizzato dalla presenza di numerose fonti – tra le quali una che sorge nel cortile dell’ospizio dei novenanti – tutte rinomate per la perennità, la freschezza e la leggerezza delle acque sorgive. Il complesso è costituito da un ampio recinto formato da cumbessias che circondano la chiesa, posta al centro dello stesso. L’origine dell’edificio religioso sembra essere molto remota, il che ne fa probabilmente il più antico della Sardegna: sebbene la campana posta sul piccolo campanile a vela riporti la data del 1666, in base ad alcune peculiarità architettoniche e stilistiche, e in seguito ad alcune scoperte avvenute in anni recenti, l’edificazione potrebbe difatti risalire al periodo tra VII e VIII secolo d. C.
La facciata è estremamente semplice: l’ingresso è ad arco leggermente ribassato, sovrastato da un piccolo oculo privo di rosone. L’insieme è concluso da un piccolo campanile a vela con copertura a due falde e tegole, sormontato a sua volta da una piccola croce. Tutti i prospetti sono intonacati e tinteggiati in bianco. La struttura, con pianta quadrilatera, navata unica, abside allungata e copertura con volta a crociera, presenta caratteristiche tipiche del periodo bizantino, come è testimoniato in special modo dalla nicchia in trachite rosa e dagli affreschi venuti alla luce nell’ambiente posteriore all’altare maggiore (e allo stesso modo risulta decorata la parete di appoggio): questa zona coincide, per l’appunto, con la parte più antica dell’edificio. Le nicchie formate dai pilastri che scandiscono la pianta sono tanto profonde da sembrare quasi delle cappelle, e una particolarità riguarda il pavimento in cotto originale, che presenta una pendenza discendente verso l’ingresso principale.
Sempre sopra l’altare maggiore, all’interno di un’altra nicchia, sono collocate le due statue in alabastro dei santi patroni di Mamoiada: esse raffigurano i due fratelli medici e martiri con volto austero e guance barbute, abbigliati e calzati alla maniera orientale, e sul basamento recano l’iscrizione «S. Cosma/S. Damianus ex legato R. di Sebastiani Casula / olim rectoris de Mamojada / haeredes fieri fecerunt»; altri due simulacri, utilizzati per la processione, sono adagiati su un piedistallo ligneo collocato in coincidenza con uno dei due ingressi laterali. Durante tutto l’anno la chiesa espone le riproduzioni delle formelle di una Via Crucis in ceramica smaltata di provenienza spagnola, realizzate dalla fabbrica di Alcora, a Castellon de la Plana, nella prima metà del Novecento, dall’artista José Cotanda Aguillela; le formelle, che nel 1998 furono protagoniste del rito solenne del venerdì santo officiato al Colosseo da Papa Giovanni Paolo II, vengono sostituite alle copie in occasione della ricorrenza festiva di fine estate. Tra gli arredi sacri si distinguono, per la loro particolare iconografia e le scritte incise, anche due preziosi piatti elemosinieri in ottone del diametro di 38 cm circa; presenti da sempre in loco, si tratta di due pezzi autentici di fine XV secolo realizzati a Norimberga.
Come era tipico dello stile orientale, il santuario si trova al centro di un ampio recinto sacro a cui si accede attraverso due ingressi chiusi da cancelli in ferro battuto di fattura recente. L’edificio religioso risulta circondato da loggiati in pietra e con copertura in tegole, usati dagli ambulanti per esporre le merci, e da circa 60 cumbessias, che delimitano l’ampiezza del cortile: si tratta di piccole costruzioni, alcune delle quali di proprietà privata, realizzate anch’esse in muratura di pietra e con copertura a capanna in coppi, completamente intonacate e tinteggiate in bianco; articolate in uno o al massimo due ambienti, e in uno o al massimo due piani, possono avere una o due finestre; altre cumbessias, all’interno, formano un vero e proprio isolato. Occupati dai novenanti in occasione della festa celebrata il 27 settembre (in coincidenza con la fine dell’anno agrario), gli alloggi sono frequentati per l’intero periodo estivo a partire dal mese di luglio. Al centro del cerchio delle cumbessias si trova inoltre la residenza del priorato, suddivisa in due piani: al piano terra vi sono due grandi saloni e una cucina, i cui locali sono sempre aperti e a disposizione per il passaggio e il ristoro dei pellegrini. Tutto il complesso è in ottimo stato di conservazione, e nel corso degli anni è stato ampliato e restaurato con il contributo della popolazione e grazie all’interessamento dei vari priori.
La novena per la festa dei santi Cosma e Damiano ha inizio il giorno 18 settembre e termina il giorno 26, e le celebrazioni religiose, molto sentite, sono sempre accompagnate dai festeggiamenti civili.
Testo a cura della dott.ssa Cecilia Mariani