Museo della Cultura Pastorale
Il Museo della Cultura Pastorale di Fonni, aperto al pubblico dal 2007, è ospitato nel centro storico del paese all’interno dell’antica casa padronale Loddo Campana. L’edificio, parte di un complesso di domos antigas, è un esempio di edilizia abitativa locale di tipo ottocentesco: articolato su tre livelli, esternamente è caratterizzato da forme e dimensioni irregolari di porte e finestre, tutte messe in evidenza da architravi in legno e da grosse cornici chiare sporgenti (al secondo piano si possono notare le tracce di un balcone ligneo un tempo esistente e in uso); il tetto, sempre in legno, è del tipo “a capanna”, con un’evidente sporgenza rispetto alla facciata anteriore. Gli esterni e gli ambienti interni, comprensivi di una loggia con acciottolato originale in granito in cui sosta un antico carro, di un forno d’epoca e di ampi camini, sono stati restaurati in modo da preservarne l’autenticità e adibiti a sale espositive.
Il Museo nasce con l’intento di ricostruire, ricordare e celebrare l’identità agropastorale del luogo, e di far emergere in modo particolare sia la centralità della transumanza nella storia di Fonni sia tutte le trasformazioni e le evoluzioni che proprio la pastorizia e la comunità fonnese hanno subito nel corso degli anni. Il percorso – articolato secondo un criterio tematico di allestimento che unisce manufatti originali (donati da famiglie locali e appositamente catalogati e restaurati), pannelli esplicativi e fotografici, contenuti audiovisivi e postazioni multimediali – racconta dunque la cultura del paese di montagna, descrivendone gli aspetti materiali e immateriali e le dinamiche, sociali, relazionali e di genere. A emergere, in particolare, è la centralità del ruolo delle donne, chiamate a svolgere un ruolo di primaria importanza: in assenza di padri, fratelli e mariti, transumanti dai monti barbaricini alle pianure dell’Isola durante i lunghi e rigidi inverni, erano loro a occuparsi della famiglia, della casa e dell’orto, con grande autonomia e intraprendenza.
I momenti salienti della vita quotidiana e delle occasioni festive della comunità sono presentati attraverso le testimonianze della cultura costruttiva, abitativa e materiale del tempo: in una sala trova posto il forno, un’altra ospita gli strumenti e gli oggetti per la filatura e la tessitura, un’altra ancora presenta le maschere del carnevale fonnese e gli abiti tradizionali. Tra utensili, indumenti, ornamenti e manufatti della vita quotidiana è possibile ammirare anche un esemplare del caratteristico Cohone ‘e Vrores, il bellissimo pane votivo rituale riccamente decorato e di origini antiche e misteriose che viene realizzato appositamente per la festa di San Giovanni (24 giugno) a cui è dedicata la chiesa parrocchiale del paese. La sala del pastore, all’ultimo piano, conclude il percorso riportando l’attenzione su vari aspetti del mestiere: dai suoi contesti ai codici dello stile di vita rurale fino alle più recenti evoluzioni della professione, caratterizzata da problematiche inedite e dalla necessità di individuare nuove soluzioni e prospettive di tipo economico e identitario.
Il Museo, attualmente aperto e visitabile solo in occasione di particolari eventi e ricorrenze (tra cui la manifestazione annuale “Autunno in Barbagia”), annovera tra i suoi locali anche una sala per eventi e mostre temporanee, alla quale è possibile accedere anche da un ingresso autonomo.
Testo a cura della dott.ssa Cecilia Mariani con il contributo della dott.ssa Anna Maria Cuguru