Chiesa di Sant’Antonio Abate
Le chiese del paese dedicate a sant’Antonio Abate sono due e sorgono a breve distanza l’una dall’altra nel rione Issiria che, assieme ai quartieri di Ovolaccio e Asuai, formano l’abitato di Desulo.
La più antica, risalente al XVI sec., venne chiusa perché danneggiata dai cedimenti del terreno e dunque ritenuta inagibile.
La costruzione più recente, inaugurata il 6 luglio del 1980, ha il suo ingresso sulla via principale e ha un forte impatto visivo, sia per la sua mole, sia per la finitura realizzata in scisto, pietra usata localmente per la costruzione delle case. Il progetto è innovativo nell’interpretazione dello spazio dedicato al culto, pur facendo uso di materiali tradizionali per la finitura delle mura e del tetto, in scisto e legno.
L’ingresso immette in un ampio spazio dal quale si abbraccia, da una prospettiva leggermente superiore, l’interno dell’aula nella quale si accede discendendo pochi gradini. Lo spazio, luminoso e vasto, è arricchito dal vecchio pulpito ligneo, dorato e fittamente intagliato con motivi floreali e con due fiancate dipinte con grandi mazzi di fiori rosati. Il manufatto è proveniente dalla vecchia parrocchiale, come quasi tutte le statue presenti nel tempio.
Nella zona dietro l’altare è appeso un magnifico Crocefisso ligneo con braccia snodabili, settecentesco come le altre statue esposte nella chiesa che sono la “Madonna con Cristo risorto” e una pregevole statua della Dormitio Virginis a grandezza naturale, con ricche vesti di broccato arricchite di ricami e lustrini.
Nella sagrestia è invece conservata una Madonna processionale del 1754, recentemente restaurata, una pregevole statua seicentesca di sant’Antonio abate di scuola napoletana e un’altra di san Sebastiano, sempre del XVII sec., di bottega sarda.
Dall’ingresso della chiesa si accede, grazie a una scala, alla balconata aperta che sovrasta l’aula dove, in una teca, sono raccolti gli argenti e i vari strumenti liturgici mentre, nella parete opposta, è esposto il bel portale restaurato della vecchia chiesa di S. Antonio intagliato dall’artista Francesco Nonnis nel 1932. Il manufatto, in legno di castagno, è riccamente decorato da fregi floreali e da due piccole immagini centrali della Madonna e sant’Antonio. Della stessa mano è anche la Via Crucis con bassorilievi intagliati in legno d’acero, realizzata nel 1964, appesa sulle mura del tempio.
È possibile vedere la vecchia parrocchiale di Sant’Antonio, per lo meno nella sua parte esteriore, a pochi passi dalla nuova, raggiungendola da una gradinata che discende dal sagrato per arrivare ad un ampio piazzale piastrellato e, infine, al vecchio edificio. Il tempio, in stile tardo gotico, è stato fatto oggetto nel tempo di vari tentativi di recupero, il primo dei quali nell’800, in seguito negli anni ’70 e risulta tuttora in attesa di un completamento dei lavori.
La chiesa presenta una facciata con un ampio portale contornato da arcate in trachite rossa, con fregi decorativi nei punti di raccordo con i pilastrini laterali.
Sopra l’ingresso si apre un’ampia finestra tonda anch’essa racchiusa da una cornice in trachite. Sul lato sinistro della facciata si erge il campanile, a pianta quadrata, in pietra. L’interno della chiesa è strutturato in tre navate, di cui la centrale è scandita da tre archi a sesto acuto con costole in trachite. Nelle navate laterali si aprono tre cappelle per lato che, un tempo, avevano due strette finestre ad arco ognuna. Odiernamente queste risultano murate da blocchetti in cemento. Il presbiterio era rialzato e coperto da una cupola stellata, sormontata da un tamburo finestrato da cui filtrava la luce. Ai lati dell’altare si aprono due cappelle.
Le feste dedicate al Santo si celebrano il 16 giugno e il 16 di gennaio.
Della loro organizzazione si occupano le prioresse che sfilano in processione indossando il magnifico costume locale nei vivi toni del rosso, del giallo e del blu.
Testo a cura della dott.ssa Laura Melis