Casa Museo Antioco Casula “Montanaru”
La casa del poeta Antioco Casula, risalente alla metà dell’800, sorge nel quartiere di Ovolaccio, in prossimità della Chiesa della Madonna del Carmine e accoglie il museo a lui dedicato.
La costruzione, sulla cui facciata capeggia una lapide commemorativa del poeta, ha un prospetto decorato a riquadri geometrici e si affaccia, come molte case di montagna costruite in terreni scoscesi, con due piani sul lato strada, mentre ne ha un terzo sottostante, affacciato sulla boscosa e profonda vallata.
In queste stanze è trascorsa la vita del poeta, nato e vissuto a Desulo fra il 1878 e il 1957, stimato per le sue liriche scritte in una lingua sarda evocativa, ricca di sfumature e sonorità, fine linguisticamente e stilisticamente.
Una vita complessa quella di Montanaru, nome con cui era conosciuto, a iniziare dalle dolorose vicende familiari che lo videro perdere la giovane moglie e un figlio piccolo prima e, anni dopo, altri tre figli appena ventenni portati via dalla tisi.
Una vita e un’opera che si intrecciano strettamente all’epoca storica da lui attraversata, dalla guerra d’Africa ai due conflitti Mondiali e al fascismo.
Giusto nel 1922 vede le stampe la sua seconda raccolta poetica Cantigos d’Ennargentu, che ebbe un ottimo riscontro di pubblico e venne tradotta in inglese, francese, tedesco e italiano, segno dell’universalità del messaggio poetico e del suo legame con la sensibilità e la cultura del periodo.
La visita al museo consente di entrare in contatto e scoprire non solo il poeta, ma anche la sua epoca e l’atmosfera culturale, grazie a una serie di testimonianze documentali, visive che abbracciano la prima metà del ‘900. Gli ambienti della casa sono, infatti, ricchissimi di immagini d’epoca, fotografie, cartoline, illustrazioni provenienti da pubblicazioni o opere d’arte. Al primo piano è conservato lo studio di Casula con la mobilia d’epoca, la sua libreria personale, le attestazioni dei riconoscimenti ricevuti. In altre stanze sono custoditi gli epistolari fra l’artista e numerosi intellettuali e politici dell’epoca come Mario Berlinguer, Marianna Bussalai, Francesco Cucca e artisti come Francesco Ciusa, Sebastiano Satta e Grazia Deledda. L’elenco di personalità, non solo sarde, è molto lungo perché Montanaru durante la sua vita intrecciò numerosi rapporti nati dalla sua attività poetica e dalla sua volontà di valorizzare la lingua sarda, fatto che lo portò a conoscere il filologo Max Leopold Wagner e il giovane Pier Paolo Pasolini, allora studioso di lingue romanze, oltre a sviluppare una serie di amicizie collegate alla sua adesione al Partito Sardo d’Azione.
L’attuale esposizione è curata da un discendente diretto del poeta che ha scelto, dopo un lungo periodo in cui l’edificio era stato adibito a museo etnografico con esposizione di attrezzature tradizionali per il lavoro e la vita quotidiana, di dare un taglio decisamente personale all’allestimento. Per questo motivo circa dieci anni fa, in seguito alla ristrutturazione della casa, l’assetto interno cambiò totalmente e la logica allestitiva si focalizzò sulla personalità dell’artista Montanaru, sul suo radicamento nell’isola che diventava in lui apertura e scambio con intellettuali e artisti. Nella volontà dell’ing. Giancarlo Casula, proprietario e curatore della struttura e dell’allestimento, questo luogo dovrebbe continuare a essere un punto di incontro e di stimolo per la comunità desulese e quella sarda, così come era durante la vita del poeta Montanaru.
Testo a cura della dott.ssa Laura Melis con il contributo dell’ing. Giancarlo Casula